Bene ragazzi, provo a farvi venire la voglia di usare il MoTec per l’analisi del giro, soprattutto per confrontare i giri fra compagni e capire i punti in cui si lasciano carrettate di decimi e non si riesce a capirne il motivo.. credo sia molto utile vista la grande collaborazione che c'è quest'anno e visto che, bene o male, siamo riusciti a bilanciare le squadre in modo da avere un pilota fenomeno e il compagno, diciamo nella norma (non me ne vogliano Matte e Ale..)..
come ha già scritto Miles, il MoTec è uno strumento che, con la dovuta dimestichezza, riesce a mettere in evidenza i punti critici e suggerisce le eventuali azioni correttive da prendere… queste poche righe vogliono soltanto cercare di approfondire uno dei tanti aspetti che Miles ha debitamente scandagliato cercando di analizzare una situazione concreta.. il circuito è Philip Island, siamo io e Andrea (sta a voi indovinare chi dei due è il più veloce
).. innanzitutto ringrazio Andre per avermi messo a disposizione i suoi giri al MoTec che io ho cercato e cercherò d’ora in avanti di studiare… i risultati delle prime analisi le trovate qua sotto; nel futuro sicuramente nasceranno altre discussioni che, spero, possano servire a tutta la comunità VDA o quantomeno a dara adito a discussioni e approfondimenti…
Direi che il cappello introduttivo è finito (prolisso?? Mah..)…. Apro un’altra importante parentesi FONDAMENTALE:
ognuno di noi non deve in nessun modo stravolgere il proprio stile di guida, ma soltanto (soltanto è un parolone, in realtà è difficilissimo soprattutto se si hanno delle abitudini consolidate nel tempo) cercare di correggere certi atteggiamenti che portano fondamentalmente a due risultati negativi:
1. Perdita di decimi
2. Consumi eccessivi (gomma-carburante)Ulteriore premessa: i grafici che vedete qua sotto, sono relativi a uno dei migliori giri fatti da Andrea (1:24:813, la pole di Gaioni in gara ufficiale era sul 24:990) che trovato colorato e l’altro in bianco è uno dei miei (1:25:792, che mi è valsa la 10° posizione in griglia). Il setup mio e di Andre è il medesimo (tra l’altro esiste la possibilità di vedere il setup dell’auto dal MoTec: Tools -> Details -> Edit -> Vehicles, finestra in basso).
Tanto per cominciare riprendo quanto detto da Miles per aprire e selezionare i giri che vi servono e la funzione Delta da attivare e probabilmente da espandere un po’ meglio nella finestra del grafico. Infine assicuratevi che la funzione tempo/distanza sia disattivata. In questo modo potrete confrontare i due giri a parità di posizione sul tracciato e non di tempo (che potrebbe essere fuorviante!!). Ricordatevi di attivare anche la finestra dei valori che vedete a dx mediante View -> Values Window.
Cominciamo ad analizzare i due diversi stili di guida e come questi influenzano la prestazione sul giro analizzando la curva 2 di Philip Island.
Gestione acceleratore/freno:E’ evidente la perdita che subisco in questa curva (turn 2) e nel successivo rettilineo (str 2-3): ben 3 decimi!!! Ma l’aspetto più interessante è che i decimi che perdo si ripetono più o meno per tutte le curve, andando ad accumulare 1 secondo di ritardo complessivo. Le ragioni non possono essere sempre le stesse, però la cosa più importante è che mediante la scheda “analisi pilota” del MoTec si capisce SEMPRE il perché.
Andando ad analizzare il grafico acceleratore/freno (A, B) della curva 2 si vede che:
1. Freno 30m prima;
2. Quando comincio a frenare continuo ad avere l’acceleratore pigiato
3. Non rilascio completamente l’acceleratore
4. Accelero in ritardo con il risultato di perdere velocità in uscita curva perdendo ulteriormente terreno.
Questi punti si ritrovano più o meno anche nelle altre curve.
Uno degli aspetti più importanti nel percorrere una curva, oltre al fatto di tendere a raggiungere una velocità minima di percorrenza più alta possibile, è riuscire a seguire la traiettoria che permette di avere la velocità di uscita più alta possibile. Quello che si chiama interpretazione del tracciato è, secondo il mio modestissimo parere, imputabile anche a questa capacità.
L’altro aspetto fondamentale è la gestione di acceleratore/freno. La massima che per andare veloci bisogna essere puliti è più che mai valida (scopro l’acqua calda?). Sembra essere un concetto lapalissiano, ma il modo migliore è:
1. Individuare il punto di staccata tramite un riferimento certo a bordo pista (possibilmente non sul tracciato, Philip Island docet).
2. rilascio dell’acceleratore al 100% e quasi contemporaneo pestone sul freno. A tal proposito distinguerei la frenata “pestone”, quando si è ad alta velocità con alto carico aerodinamico e quindi maggiore stabilità proprio nella fase iniziale, e frenata dolce quando ci si trova in un tratto misto e occorre saper modulare l’azione sul freno. Il miglior metodo è sempre quello di ascoltare le gomme, al sopraggiungere dello stridio si avvicina il passaggio da rotolamento a slittamento della gomma con l’asfalto e quindi bloccaggio con evidente perdita della potenza frenante.
3. Inserimento in curva con la capacità di portare dentro la curva la frenata. Questo comportamento permette di ritardare di qualche decina di metri l’inizio della frenata ma deve essere condotto con la massima cautela e occorre sviluppare una sensibilità abbastanza alta. Bisogna far corrispondere l’inizio della sterzata con la fase di rilascio del freno (dal 20% circa a 0%) poco prima del raggiungimento del punto di corda.
4. Durante la percorrenza della curva (soprattutto per quelle veloci e in appoggio), che corrisponde al tratto compreso fra l’inserimento e il raggiungimento del punto di corda dove si raggiunge la velocità minima, è preferibile far “scorrere” l’auto, cercando di mantenere un assetto neutro (ne accelerazioni e decelerazioni). In questo modo la curva viene percorsa in modo molto più pulito; attenzione che per poter massimizzare il vantaggio di questo comportamento è necessario “entrare in curva” alla velocità più alta possibile, seguendo la traiettoria ideale lasciando che decresca senza intervenire sul freno (in caso di velocità d'ingresso troppo elevata) o acceleratore (nel caso di velocità d'ingresso non sufficiente). Raggiunto il punto di corda si inizia ad accelerare e a raddrizzare poco per volta lo sterzo, in modo da raggiungere il cordolo esterno della curva con l’acceleratore al 100% e trazione massima.
5. Accorgimento di carattere generale: cercate di memorizzare quanti più riferimenti possibili. Oltre ai punti di staccata, di corda ecc.. è importantissimo riuscire a capire per ogni curva la velocità massima possibile di ingresso e quella che riuscite a raggiungere in uscita. Lo scopo del gioco è sempre quello di riuscire a massimizzarli entrambi.
Vorrei sottolineare anche la differenza nei consumi fra me e Andre. La gestione più pulita dei pedali consente di consumare anche meno. Io consumo 3,30, Andre 3,10. In una gara endurance questa differenza può fare la differenza (scusate il gioco di parole) fra l’obbligo di fare due soste e la possibilità di farne una soltanto, come in effetti è già accaduto.
Il grafico qua sotto aiuta moltissimo a confrontare la propria gestione di freno/acceleratore con quella del nostro riferimento e capire i punti nei quali non riusciamo a essere competitivi. Come ha spiegato Miles le bande colorate vi servono a capire come state agendo sui pedali. La funzione play vi mostra in modo davvero chiaro dove state perdendo. Aiutatevi anche con la finestra value che vi indica i metri percorsi e le differenza punto per punto. Attenti a selezionare la modalità tempo/distanza, come fatto sul notare nell’immagine precedente.
Gestione sterzata:Analizzando sempre il grafico dell'analisi pilota (C) sull’angolo di sterzo si evidenzia un’altra grande differenza fra il mio comportamento e quello di Andrea. Premetto che impieghiamo quasi lo stesso blocco sterzo (io 13°, Andrea 13,5°). Andrea sterza molto meno il volante, io esagero. Risultato: io stresso di più le gomme, e ora capisco perché il mio consumo è, a volte, 30% più alto rispetto al suo. Ricordo che l’assetto è lo stesso. Come ho scritto per la fase di frenata, quando la gomma comincia a stridere non ha senso cercare di forzarla a sterzare maggiormente; occorre invece cercare di essere più dolci, più puliti appunto. Cosa che sto migliorando piano piano; purtroppo quando ci si abitua a certi comportamenti è davvero difficile correggersi. Il grafico qui sotto dimostra la differenza nel grafico sottosterzo, che, ricordo, è ottenuto sottraendo ai gradi di sterzata sul volante che noi applichiamo (input) quelli di sterzo effettivo delle gomme (output). Notare la differenza!!!!!
Ragazzi, spero di non aver scritto troppe castronerie, avrei voluto passare queste righe a Miles prima di metterle sul forum.. invece penso che la cosa migliore sia di scriverle direttamente qua, in modo che le sue correzioni possano essere viste da tutti.. naturalmente l'invito a correggere è rivolto a tutti, dai fatevi sotto che il MoTec è un pò come Mondial Casa... vi aspetta!!!!!!!!
Edited by O55odUr0 - 3/2/2009, 20:39